il Brigante Angelo Rocca
arrestato nel 1861

Il brigante Angelo Rocca è nipote della pia Serafina Scalzi "Frascara".
Zelante cultrice della Madonna della Cona,
a lei si deve l'acquisto della campana grande,
attraverso i risparmi fatti sul modesto castagneto di Masidandali.

Da un manoscritto anonimo:
A vece di seguire la via della zia
seguì le orme di quest'ultimi (i briganti) a scelleratezze.
Unitovisi Angelo Rocca al par degli altri
si diè ad ogni sorta di scelleratezza:
molestando di giorno e di notte le genti pacifiche,
nelle capanne, nelle singole casine e casolari campestri,
chiedendo larghi compensi a quei malcapitati che tenevano in ostaggio;
grandi stragi d'armenti e foresami che li custodivano,
e talvolta volevano passare anche essi
al consorzio della pacifica gente come solea fare il Rocca:
di giorno umile agnello, di notte lupo rapace.

Angelo Rocca fu arrestato nel 1861
e condotto nelle carceri di S. Giovanni in Catanzaro.
Ne esce dopo 22 anni nel 1883, disfatto fisicamente
e bisognoso delle amorevoli cure della zia Serafina.

Fonti:
Manoscritto anonimo, ritrovato dal Parroco Don Giorgio Pascuzzi nel 1956
Petrona' tra cronaca e storia, Fiore Scalzi, ed. Rubbettino, Soveria Mannelli, dicembre 1981